Un errore comune è nominare un giovane senza esperienza come leader, semplicemente perché è figlio del fondatore.
Quando la scelta del successore si basa su criteri familiari piuttosto che su capacità concrete, le conseguenze a breve e lungo termine sono devastanti. I consulenti possono suggerire la strada giusta, ma se la decisione è già presa per motivi sbagliati, non c’è spazio per il cambiamento.
I manager competenti se ne vanno, i clienti iniziano a dubitare e il marchio perde credibilità. Senza le persone giuste nei ruoli giusti, l’azienda diventa vulnerabile, perde competitività e si espone a rischi ancora maggiori.
Mettere un inesperto alla guida è una ricetta per l’instabilità. Il successore deve essere scelto in base alla competenza, ai risultati e alla capacità di leadership, non alla sua appartenenza alla famiglia. Scegliere diversamente significa accettare una struttura aziendale fragile e una gestione inefficace.
Il favoritismo non porta a nulla di buono. Non è una strategia che offre risultati duraturi e, anzi, danneggia prima di tutto chi viene messo in una posizione per cui non è pronto. La nomina del successore deve essere sempre un processo trasparente e meritocratico, o l’azienda rischia di pagare un prezzo altissimo.
FAVORITISMO = DISASTRO

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