La paura del fallimento è spesso solo una scusa. Il vero blocco è il timore di essere giudicati, quella sensazione scomoda che frena le decisioni e rallenta l’innovazione. Non è il rischio di sbagliare a paralizzare, ma l’idea di dover giustificare ogni passo davanti agli altri.
Molti progetti non naufragano perché irrealizzabili, ma perché nessuno si prende la responsabilità di portarli avanti. Si aspetta il momento perfetto, il consenso unanime, la certezza assoluta. Nel frattempo, le opportunità svaniscono e qualcun altro passa all’azione.
Chi costruisce aziende solide e strategie vincenti segue un’altra logica. Testa velocemente, corregge in corsa, capitalizza gli errori. Il mercato non premia chi evita i problemi, ma chi li affronta prima degli altri.
Le idee che cambiano le regole del gioco all’inizio sembrano tutte sbagliate. Il tempo le mette alla prova. Il coraggio di eseguirle le trasforma in nuovi standard.
