Un grande gruppo industriale acquista un produttore più piccolo, convinto che basti qualche slide ben fatta e un piano di sinergie per far funzionare tutto. Il risultato? Un caos operativo: dipendenti disorientati, processi bloccati, fornitori in attesa di risposte che non arrivano. L’idea era semplice, l’esecuzione un disastro.
L’approccio è stato puramente numerico. Le valutazioni finanziarie tornavano, le economie di scala sembravano garantite. Nessuno ha considerato il dettaglio più importante: le persone. Culture aziendali opposte, modi di lavorare inconciliabili, diffidenza reciproca. Così, invece di creare valore, l’azienda si è ritrovata con competenze disperse e milioni di euro bruciati.
Integrare non significa imporre. L’acquisizione non si chiude con una firma, ma con la capacità di far convivere esperienze diverse senza azzerarne il valore. Se questo passaggio salta, la strategia si trasforma in una zavorra. E recuperare il terreno perso è un lusso che pochi possono permettersi.