Capita spesso che la resistenza al cambiamento non arrivi con urla o opposizioni frontali. Anzi. Spesso si traveste da calma piatta, sorrisi educati e riunioni in cui tutti annuiscono ma poi nulla si muove davvero.
Il rischio più grande è proprio lì: quando sembra che vada tutto liscio. In realtà, dietro quelle adesioni tiepide o quell’entusiasmo un po’ troppo composto, si nasconde un blocco. Invisibile, ma operativo.
Succede che i piani saltino, i progetti rallentino, e nessuno riesca a dire chiaramente perché. È come camminare con il freno a mano tirato, senza accorgersene.
Il nodo sta nel disallineamento tra ciò che si dice e ciò che si fa. E non si risolve con una mail motivazionale o una riunione in più.
Serve riconoscere che ogni trasformazione vera attraversa zone d’ombra. E imparare a leggerle, prima ancora di volerle risolvere. Altrimenti, si resta fermi con l’illusione di muoversi.