Tutto è iniziato con una discussione su quanto distribuire. Semplice sulla carta, molto meno quando in gioco ci sono fratelli con visioni diverse e aspettative personali non dette. Alla fine, gli investimenti già decisi sono rimasti fermi, e con loro il piano di sviluppo.
Non c’erano regole. Solo abitudini vaghe, accordi verbali e la convinzione che “tra noi ci capiamo”. Poi uno ha chiesto di più, un altro ha frenato, e tutto si è inceppato. Un passo falso dopo l’altro, si è perso tempo che non tornerà.
Quando il nodo è venuto al pettine, è stato chiaro che serviva un sistema. Qualcosa che andasse oltre la fiducia o il buon senso. È bastato definire criteri chiari, tempi, modalità, e il meccanismo si è rimesso in moto.
Non si tratta di mettere regole “contro” la famiglia, ma di crearne che permettano a tutti di fare bene la propria parte, senza inciampi.