Molti turnaround finiscono per costare il doppio del previsto, ma non per colpa di un’emergenza. Succede perché nessuno, all’inizio, ha avuto il fegato di togliere dal piano le attività inutili.
Spesso si infilano lavori “tanto per”, giusto perché “si è sempre fatto così”. Roba che sembra urgente, ma che in realtà si poteva rimandare o evitare del tutto. Il classico lavoro tappabuchi che serve più a sentirsi tranquilli che a generare valore.
Poi parte la macchina: più ore, più personale, più fornitori. E intanto si perde tempo su dettagli che non spostano nulla, mentre i costi salgono in silenzio.
Il punto vero non è la gestione operativa. È il momento in cui si decide cosa resta e cosa si taglia. E lì serve qualcuno che abbia il coraggio di dire: questo no, grazie.
Quando manca quel filtro, l’organizzazione lavora a vuoto. Ma il conto arriva lo stesso.