Negli anni ‘90, Airwalk era il brand di riferimento per gli skater. Scarpe iconiche, pubblicità memorabili, una community solida. Poi è arrivata l’idea di crescere. E lì qualcosa si è rotto.
Nel 1996, per tagliare i costi, la produzione si è spostata all’estero. Le campagne pubblicitarie si sono allargate a un pubblico generalista. Le scarpe, prima un simbolo di appartenenza, sono finite sugli scaffali delle grandi catene, indistinguibili da tante altre.
Il risultato? Vendite in crescita nel breve periodo. Ma il pubblico di nicchia, quello che aveva reso il brand speciale, si è sentito tradito e ha voltato le spalle. Il mercato di massa, meno legato all’identità del marchio, ha semplicemente scelto alternative più solide.
Airwalk non ha perso perché ha fatto cattivo marketing. Ha perso perché ha dimenticato da dove veniva. Un brand senza radici non può competere con chi ha già conquistato il mainstream.