Quando uno dei soci sparisce dalla scena operativa ma pretende di dire la sua e incassare dividendi, qualcosa si rompe. Gli altri si trovano a gestire il carico, a tappare i buchi, a tenere tutto in piedi… mentre lui resta nell’ombra, lontano da responsabilità e problemi.
All’inizio sembra solo un fastidio. Ma col tempo diventa un freno vero. Le decisioni si complicano, le tensioni crescono e ogni piccolo cambiamento diventa una trattativa stancante. Il socio assente non disturba ogni giorno, ma quando lo fa, lascia il segno.
Si crea un’asimmetria sottile tra chi lavora e chi guarda. E quella distanza logora, rende tutto più fragile. La governance, senza correttivi, perde mordente.
Basta un conflitto ereditario, un investimento bloccato, una nomina mal gestita. Ed ecco che il “fantasma” torna in campo, con richieste che ignorano ciò che è accaduto negli anni.
